L'emergenza e le tendopoli
Archivio fotografico ANPI nazionale - Patria indipendente
7 maggio 1976
Catastrofico terremoto in Friuli titolava il «Messaggero Veneto» il 7 maggio 1976. Passata la notte a cercare di soccorrere i feriti e recuperare i morti, al mattino i sopravvissuti si trovarono di fronte ai 45 comuni del cratere sismico rasi al suolo - tra questi Gemona, Venzone, Buja, Osoppo -, 40 gravemente danneggiati e 52 danneggiati. Si sarebbero contati quasi mille morti e oltre 3 mila feriti, 18 mila edifici distrutti e 75 mila danneggiati.
La macchina dei soccorsi che si mise in moto fu imponente: oltre all’Esercito italiano, già massicciamente presente in regione, e ai Vigili del fuoco, accorsero anche sezioni di eserciti stranieri e moltissime associazioni di volontari come la Croce rossa, gli alpini in congedo, la Caritas e gli scout. Le linee telefoniche ed elettriche erano interrotte e, sin dalle prime ore dal disastro, il supporto dei radioamatori con i loro baracchini si rivelò prezioso per garantire i collegamenti radio.
Il Commissario straordinario di governo Giuseppe Zamberletti (un'intervista qui) giunse a Udine la mattina dopo la scossa. In Prefettura venne allestito il centro per il coordinamento dell’emergenza e dei soccorsi, azioni nelle quali il commissario fu affiancato da quattro vicecommissari e da nove Centri operativi di settore, dislocati sul territorio. Sorsero le prime tendopoli per accogliere i senzatetto, si intervenne per sgomberare le macerie e per garantire le prime cure ai feriti. Immediatamente, tra la gente, si fece largo la convinzione di poter rapidamente passare dalle tende alle case, ma la scossa del 15 settembre si portò via ogni tentativo di rinascita in breve tempo. Il Governo chiese a Zamberletti, il commissario che il 25 luglio aveva lasciato il Friuli, di rientrare per trasferire in luoghi sicuri circa 40 mila persone e garantire agli sfollati insediamenti abitativi più stabili. Attraverso il commissario straordinario lo Stato gestì l’emergenza e delegò alla Regione e agli enti locali la ricostruzione.