Il sisma
Il Friuli Venezia Giulia è da sempre
teatro di terremoti, con una sismicità storica ben nota ed eventi anche gravi:
terremoti potenzialmente distruttivi di magnitudo pari o superiore a 5.5 (ML
5.5) sono stati registrati negli ultimi otto secoli nell’area del Friuli
Venezia Giulia con una frequenza media di uno ogni 80 anni.
Fin dall’epoca romana i movimenti
tellurici hanno influenzato la trasformazione del territorio, la vita di
singoli insediamenti, dei centri economici e commerciali. Cividale subì nel
1222 gravi danni provocati dal terremoto che colpì anche la Lombardia, lo
stesso avvenne nel 1348 a Villaco, quando un terremoto distrusse la cittadina,
provocò decina di migliaia di morti e fece sentire i suoi effetti anche in
Friuli, dove distrusse parte della basilica di Aquileia, e in Veneto. Il sisma
del 1511 si verificò tra la montagna friulana e l’allora Carniola (oggi
Slovenia), area di scontro tra la Placca adriatica e la Placca europea, ed ebbe
luogo mentre in Friuli infuriava la guerra e una violenta sommossa popolare: ci
furono vittime in tutta la regione, un maremoto a Trieste e crollò la vecchia
fortezza costruita sul colle di Udine dai patriarchi, il cui nome (“castello”)
sarebbe passato al nuovo palazzo rinascimentale. Quando il 6 maggio 1976
l’intera regione venne scossa da un terremoto, molti avevano ancora memoria
delle scosse del 1928 a Tolmezzo risentite in diverse località delle valli
degli affluenti del fiume Tagliamento, e del 1936 negli insediamenti
sull’altopiano del Cansiglio. Il sisma del 6 maggio e quello del 15 settembre
ebbero come epicentro l’alta pianura friulana alle spalle di Udine e i fianchi
delle Prealpi sopra di essa: un territorio fittamente popolato ma ancora in
larga parte agricolo.
L’orcolat, l’”orcaccio” che la tradizione
popolare identifica come un mostro che vive nelle viscere della terra, provocò
quasi mille morti, distrusse interi paesi, sconvolse la vita di decine di
migliaia di persone. La comunità regionale, e con essa quella nazionale, seppe
però reagire. Come era successo per le due guerre mondiali che avevano colpito
profondamente questo territorio, trasformò la tragedia in un’esperienza di
crescita e innovazione.