Giuseppe Zamberletti inizia la sua attività politica nel 1968, quando viene eletto alla Camera nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese con la Democrazia Cristiana. A seguito della rielezione a deputato nel 1972 entra a far parte del governo in qualità di Sottosegretario all’Interno, ruolo che riveste nei governi Moro IV-V e Andreotti III, dal novembre 1974 al marzo 1978. Durante i governi Cossiga I-II (1979-80), invece, figura come Sottosegretario agli Affari esteri, mentre nel 1982 diventa Ministro per il coordinamento della protezione civile, carica che ricopre fino al 1987. Negli anni Novanta entra in Senato e riceve la laurea honoris causa in Ingegneria civile all’Università degli Studi di Udine (1996).
È nominato Commissario Straordinario del Governo per il terremoto del Friuli a meno di 24 ore dalla scossa del 6 maggio 1976. Si preoccupa fin da subito di supportare le prime operazioni di soccorso e le amministrazioni locali, istituendo nove Centri Operativi di Settore (C.O.S.). La sua attività commissariale termina il 30 aprile 1977, ovvero il giorno, per citare le parole dello stesso Zamberletti, che «segnò l’avvio del percorso della ricostruzione e registrò un commosso “arrivederci” tra i friulani e i tanti che avevano con loro condiviso una stagione angosciosa ma anche ricca di impegno e di fiducia nella rinascita». Svolge nuovamente la funzione di commissario dopo il sisma di Irpinia del 1980.
Giuseppe Zamberletti è ricordato per essere il padre del Servizio Nazionale della Protezione Civile, istituto formalmente con la legge n. 225 del 24 febbraio 1992.
G. Zamberletti, La minaccia e la vendetta. Ustica e Bologna: un filo tra due stragi, Angeli, Milano 1995; G. Zamberletti, Friuli 1976: la gestione dell’emergenza tra i terremoti di maggio e di settembre, in “Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata”, 60 (2019), pp. 9-16; G. Spartà, L. Alessandrini, La luna sulle ali. La Protezione Civile, il ritratto di un'epoca. Colloqui con Giuseppe Zamberletti, Macchione, Varese 2021.