Antonio Comelli

Antonio Comelli, membro partigiano della brigata Osoppo-Friuli nel 1944, si avvicina al mondo della politica alla fine della seconda guerra mondiale, diventando segretario di sezione della Democrazia Cristiana a Nimis. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza (1947) e Diritto canonico (1948), viene designato consigliere della provincia di Udine, carica esercitata dal 1956 al 1964, e assessore all’agricoltura e ai problemi economico-sociali nel 1962. L’anno successivo assume l’incarico di segretario provinciale della DC, mentre nel 1964 entra a far parte del primo consiglio regionale come assessore all’agricoltura e all’economia montana, ruolo che ricopre fino al 1973, quando viene eletto Presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia. Negli anni Ottanta, invece, oltre alla presidenza del Friuli e della Comunità di lavoro Alpe Adria (1982-1984), è nominato presidente della Cassa di risparmio di Udine e Pordenone (1988-1998).

A due giorni di distanza dalla scossa del 6 maggio 1976 il presidente del Consiglio Aldo Moro, in occasione di un incontro tenutosi a Roma, affida a Comelli la delega per la gestione diretta dell’emergenza e della ricostruzione. Alla giunta regionale presieduta da Comelli spetta, da un lato, l’istituzione della Segreteria Generale Straordinaria (LR 53/1976), dall’altro la delineazione dell’impianto normativo volto alla riparazione delle case, al recupero dei centri storici e al ripristino degli assetti urbanistici dei comuni terremotati (LR 17/1976, 30/1977 e 63/1977).

L’impegno profuso fra il maggio 1976 e l’ottobre 1984 gli valse il titolo di “presidente della ricostruzione”.